Villa Balbianello

Uno degli aspetti più caratteristici della Tremezzina è la presenza di numerose e splendide ville storiche affacciate sul lago, con architetture maestose e giardini suggestivi ed estremamente curati. 

Alcune di queste ville sono aperte al pubblico, come Villa Carlotta, ora museo e giardino botanico e Villa Balbianello e ogni anno sono visitate da migliaia di turisti da tutto il mondo.

Altre sono private ed altre ancora sono mete di turismo di lusso o location di matrimoni: Villa “la Quiete”, Villa Monastero, Villa Balbiano, Villa Stoddard, per citarne alcune.

Tutte sono il vanto e l’orgoglio della Tremezzina e sono anche luoghi cari alla comunità.

La storia di Villa Balbianello risale alla fine del Settecento, quando il Cardinal Durini fece costruire il suo ritiro letterario e di delizia. Nel 1974 fu acquistata da Guido Monzino, imprenditore ed esploratore appassionato, che restaurò villa e giardini come oggi ancora li vediamo. La comunità lennese era preoccupata perché temeva di perdere la possibilità di accedere alla collina boscosa del Lavedo, teatro di avventure fantasiose per tutti gli adolescenti che esploravano la zona alla ricerca di una cascina abbandonata che scherzosamente chiamavano “casa del mostro” o “covo di streghe”. Lo stesso timore avevano gli innamorati che sui sentieri del Lavedo, ben protetti dalla vegetazione, vivevano i loro incontri romantici e spesso clandestini. 

Tanti aneddoti legano la villa e Monzino alla comunità locale.

Memorabile l’episodio in cui il Monzino volle invitare in villa amministratori comunali e altre autorità per illustrare loro i suoi progetti riguardanti la collina del Lavedo. Proprio durante uno di questi incontri un assessore ha pronunciato una frase rimasta famosa. La conversazione fra Monzino, il Sindaco e gli altri invitati era allietata da brindisi a base di champagne millesimato versato da un cameriere che badava a non lasciare mai vuoto nessuno dei bicchieri. In un momento di pausa l’incauto amministratore ha esclamato: “Buono questo vinello, signor Conte!” E la frase è passata alla storia! 

Molti bambini tremezzini si ricordano poi delle visite alla villa nel periodo pasquale, che comprendevano prima un passaggio nel museo della villa, dove il Monzino si offriva come guida pronta a raccontare e mostrare tutto il materiale che aveva raccolto nelle sue spedizioni e si concludevano con il regalo di un uovo di Pasqua e i bambini tornavano a casa felici e affascinati Dopo la morte di Guido Monzino e la cessione della proprietà al FAI – FONDO AMBIENTE ITALIANO, è stata mantenuta per parecchio tempo l’abitudine di portare una classe all’anno in visita al Balbianello. 

Ancora oggi la villa accoglie alcuni momenti comunitari: l’ingresso per i residenti è gratuito e nel periodo natalizio la villa fa da sfondo ad esposizioni di presepi e a canti dei cori locali. Oggi praticamente nessun tremezzino può dire “Non ci sono mai stato”.

Donatella Lamberti e Karl Jaehne raccontano tra ricordi personali e momenti topici, il profondo legame con la comunità di una delle ville più visitate d’Italia.

Crediti

La redazione dei testi qui riportati è stata curata dalla comunità di Tremezzina in collaborazione con la coop. soc. Liberi Sogni Onlus. Fotografie e documenti pubblicati in questa pagina sono stati raccolti, selezionati e donati a fine divulgativo e a titolo gratuito dalla comunità di riferimento, nell’ambito del percorso partecipato che ha portato alla realizzazione della mappa di comunità.
Le interviste agli abitanti di Tremezzina sono state realizzate dalla coop. soc. Liberi Sogni Onlus.
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