In Valle si narrano tante storie legate principalmente alla seconda guerra mondiale, ma anche a guerre precedenti che hanno portato morte, distruzione e miseria.
Narrano che tre partigiani, uno dei quali di Vestreno, vennero fucilati dai fascisti durante la seconda guerra mondiale e in loro ricordo è stata costruita una cappella nel punto esatto in cui, a Introzzo, erano stati fucilati.
Tanti bambini durante la guerra, da Pasqua fino alla fine di ottobre si trasferivano a Vercin, ecco un racconto di un anziano che ricorda quie tempi: “Tutte le mattine mi alzavo di buonora, scendevo a Dervio e, finita la scuola, risalivo a Vestreno, buttavo la cartella sul tavolo, prendevo il mio gerlo carico di provviste per noi e per gli animali, dal pollaio prendevo due uova da bere durante il tragitto e partivo per Vercin insieme al mio cane Flop, che mi era di grande aiuto, perchè quando arrivavo sopra Monte Piazz vedevo tutto nero e si sentiva un odore di bruciato a causa della guerra e questo mi metteva tanta paura.”
Una storia di guerra narra che un uomo di Vestreno, in località Vercin , nel pascolo del Valiscion, avvistò un orso che assaliva un suo vitello e cercò di allontanarlo, ma purtroppo venne lui stesso assalito. La lotta fu terrificante, alla fine l’uomo riuscì a scappare malgrado le gravi ferite e raggiunse l’abitato di Vercin, dove venne soccorso. Però il pericolo non era finito, perché lui era un disertore ricercato dagli austriaci! Lo medicarono e lo nascosero su un grosso faggio sopra Vercin portandogli da mangiare e medicandolo ogni giorno. Purtroppo gli austriaci continuavano a passare, allora si decise di nasconderlo in una stalla sul monte Fopp. Poichè perdeva molto sangue e questo avrebbe potuto attirare gli orsi, venne portato a Vestreno, dove venne curato da una donna per circa due anni e si salvò.
La nostra tradizione è anche ricca di leggende, come la leggenda di Santa Eufemia: gli abitanti di Vestreno avevano scacciato una donna che abitava sopra al paese dove ora c’è la Cappelletta di Sant’Eufemia. Questa donna indesiderata dal paese scese fino a Dervio, stese il grembiule sul lago, vi salì e approdò a Musso. Da lì si recò sopra al paese, dove oggi sorge un piccolo santuario dedicato a Sant’Eufemia.
Si racconta, inoltre, che una donna di Sueglio, non avendo i soldi per comprare una medaglietta di Sant’Eufemia, staccò un pezzo di legno dalla barca e lo mise al collo dedicandolo alla Santa. Un giorno, mentre cercava un capretto disperso durante un terribile temporale, vide un grande bagliore e le apparve il diavolo. Strinse fra le mani il pezzo di legno staccato dalla barca e il diavolo le disse: “Non è per quel pezzo di barcasce (barca) che hai al collo, ma è per quella gran fedasce (fede)” e sparì!!
La leggenda del Magn: si racconta che, mentre si svolgeva il funerale del Magn, delle persone lo videro in sella ad un cavallo dirigersi verso il bacino e tanta gente lo vide anche nelle cantine seduto sopra al vasel (botte del vino).
Crediti
La redazione dei testi qui riportati è stata curata dalla comunità di Vestreno in collaborazione con la coop. soc. Liberi Sogni Onlus. Fotografie e documenti pubblicati in questa pagina sono stati raccolti, selezionati e donati a fine divulgativo e a titolo gratuito dalla comunità di riferimento, nell’ambito del percorso partecipato che ha portato alla realizzazione della mappa di comunità.
Le interviste agli abitanti di Vestreno sono state realizzate dalla coop. soc. Liberi Sogni Onlus.
Eventuali titolari di diritti d’autore sui materiali pubblicati, sono pregati di mettersi in contatto con la coop. soc. Liberi Sogni Onlus. Hanno partecipato al tavolo di lavoro per la creazione di questa mappa di comunità: Consuelo Buzzella, Franco Memeo, Flavio Cipelli, Marisa Raimondi e Primavera Realini.