Alpeggi e Maggenghi

A fine aprile i nostri nonni partivano da Vestreno e, attraverso varie tappe, salivano con gli animali verso le baite degli alpeggi, dimora estiva per loro e per il bestiame. I racconti testimoniano una vita caratterizzata da grandi fatiche.

Prima tappa, per molti, era la zona di Bondo, con Novaree e Sorbond, dove venivano pulite e concimate con letame le selve e i terrazzamenti che si notano ancora oggi, oltre ai grandi castagneti .
A Sorbond c’era anche un’ osteria, ormai diroccata e una sorgente con acqua abbondante e fresca. 

Seguendo la mulattiera, raggiungevano a sinistra monte Piaz e a destra monte Fop. Qui, oltre alle mucche, venivano portate anche le capre. Il latte veniva conservato nel bait, un locale fresco dove scorreva l’acqua e venivano depositate le conche con il latte, trasformato poi dal Masim in caprino o formaggio di mucca. Anche qui molto importanti erano le selve per la produzione delle castagne.

Messa a Piazz, di Luigi Albarelli
Prati in fiore a Fop, di Franco Memeo
Vista del lago da Piazz, di Franco Memeo
Capre in pascolo a Piazz, Marisa Raimondi

A Fop, oltre alla vista spettacolare sul lago, caratteristica era la fioritura del narciso selvatico, detto viol con i prati che diventavano bianchi e l’aria che si riempiva di un profumo inebriante; attualmente i narcisi si trovano in quantità minore, in parte per l’imboschimento, in parte per l’arrivo dei cinghiali ghiotti di bulbi.
Chi non aveva un luogo dove rifugiarsi, continuava fino a raggiungere le baite di Campaglion o Vezeer.

Vezeer, di Marisa Raimondi

A Vezeer, proprio a lato della Val da Voh, si trova ancora la latteria che veniva usata nel periodo estivo.

Latteria di Vezzer, Marisa Raimondi

Più in alto troviamo il monte Bedolee, con alcune baite e verdi pascoli. Qui c’era anche un roccolo per la cattura degli uccelli. Tuttora si nota ancora la forma tonda della disposizione delle piante di faggi, all’ora potate per quell’uso. Proseguendo, si arriva ad Orgiacc un luogo sempre molto ventilato con una vista stupenda sul lago.

Anche tra Bedolee e Vercin c’ era una latteria per la conservazione e lavorazione del latte; ora esiste ancora, ma è difficile da raggiungere a causa dell’abbandono del luogo e del rimboschimento.

Ultimo alpeggio: Vercin, con molti prati e il famoso Sass de Cornac, un grosso sasso bianco dove i bambini andavano a giocare e punto di ritrovo per gli adulti nei momenti di relax. Qui non c’erano castagneti, ma si raccoglievano tantissimi mirtilli e lamponi.

Sass de Cornac a Vercin, di Franco Memeo

Non meno importante era il Valiscion, con i suoi prati e dove andavano a recuperare i sassi per costruire le baite o ricavarne piode per i tetti.

Nel secolo scorso ha avuto molta importanza l’estrazione della mica, un minerale che veniva usato come isolante termico elettrico, ancora oggi si possono vedere le cave, la più importante era quella che da Piaz arriva fino a Sparesé. Percorrendo lungo questi luoghi, si possono trovare ancora i sassi contenenti la luccicante mica.Alla fine di settembre ci si preparava per il ritorno dagli alpeggi e per la raccolta delle castagne, in parte usate fresche, in parte depositate nelle Grée, piccole cascine dove, nella parte centrale rimaneva sempre acceso un fuoco per l’essiccazione delle castagne.

Bettiga Nirvana, Franco Memeo, Bianchi Marisa, Armoldi Angelo e Bazzi Fiorentino ci raccontano della vita legata agli alpeggi.

Crediti

La redazione dei testi qui riportati è stata curata dalla comunità di Vestreno in collaborazione con la coop. soc. Liberi Sogni Onlus. Fotografie e documenti pubblicati in questa pagina sono stati raccolti, selezionati e donati a fine divulgativo e a titolo gratuito dalla comunità di riferimento, nell’ambito del percorso partecipato che ha portato alla realizzazione della mappa di comunità. 
Le interviste agli abitanti di Vestreno sono state realizzate dalla coop. soc. Liberi Sogni Onlus.
Eventuali titolari di diritti d’autore sui materiali pubblicati, sono pregati di mettersi in contatto con la coop. soc. Liberi Sogni Onlus. Hanno partecipato al tavolo di lavoro per la creazione di questa mappa di comunità: Consuelo Buzzella, Franco Memeo, Flavio Cipelli, Marisa Raimondi e Primavera Realini.