Lavoro nei campi e allevamento

Fino al secondo dopoguerra, tutte le famiglie premanesi erano dedite all’agricoltura e all’allevamento di sussistenza. Con l’avvento del boom economico, queste occupazioni sono state a poco a poco abbandonate. Esistono ancora pochi agricoltori e allevatori: queste attività sopravvivono soprattutto grazie ad appassionati.

Cereali, patate, mais, segale e grano saraceno erano i principali prodotti di un’agricoltura eroica, effettuata su ripidi pendii,  in campi rubati alla montagna tramite la costruzione sistematica di muri a secco.

Questi terrazzamenti occupavano, ed occupano ancora oggi, una vasta area che circonda il paese e hanno avuto anche il merito di bloccare il franare del terreno e quindi sono stati importantissimi nel corso degli anni nella difesa del territorio.

Una nota particolare merita la coltivazione della canapa: fino ai primi decenni del novecento il filato ricavato da questa pianta veniva usato per la confezione di camicie e lenzuola. Un tessuto misto di canapa e lana detto mezzalana veniva utilizzato per la creazione di coperte, tappeti, abbigliamento ed il tipico costume femminile, ól vestidél.

L’allevamento nei pascoli del vasto territorio che circonda il paese era delegato alle donne e ai ragazzi, gli uomini avevano altre occupazioni quali lattonieri, muratori, fabbri e tutte le famiglie possedevano qualche capo che dava la possibilità di avere burro e formaggio tutto l’anno. Questi due ingredienti erano e sono indispensabili per la preparazione dei piatti tipici premanesi, ad esempio la torta di latte.

In inverno gli animali erano ricoverati in stalle nei pressi del paese; in primavera e autunno nei maggenghi dove si poteva contare su tre tagli di fieno; in estate si monticava sugli alpeggi, qui il pascolo è di proprietà comunale e quindi si pagava una tassa al comune per ogni capo di bestiame monticato.

Maggenghi ed alpeggi hanno sempre avuto una cascina comunitaria dove lavorare il latte, sono gestiti da un capo ed un consiglio che tramite norme antiche regolano il vivere comune.

Ninna nanna in cui la mamma ripercorre i momenti in cui ha perso il “buon tempo”, ossia il tempo libero, a causa dei lavori in campagna.

Crediti

La redazione dei testi qui riportati è stata curata dalla comunità di Premana in collaborazione con la coop. soc. Liberi Sogni Onlus. Fotografie, documenti e brani musicali pubblicati in questa pagina sono stati raccolti, selezionati e donati a fine divulgativo e a titolo gratuito dalla comunità premanese, nell’ambito del percorso partecipato che ha portato alla realizzazione della mappa di comunità. 
Le interviste agli abitanti di Premana sono state realizzate dalla coop. soc. Liberi Sogni Onlus.
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Link esterni

Museo Etnografico di Premana