Feste e Tradizioni Perse

Un tempo le feste rappresentavano delle occasioni per ritrovarsi, per allacciare nuove amicizie, per scambiarsi opinioni e rendere partecipi le persone nella vita di paese e per scambiarsi novità. Purtroppo alcune tradizioni oggi sono andate perse.

Una di queste è l’usanza del Bondì bon ann: il primo gennaio tutti i bambini, prima del rintocco delle campane di San Martino per la Santa Messa delle 10.30, si recavano presso le abitazioni di amici e parenti per porgere gli auguri dicendo: Buondì e bon ann, une borse de solt per tut l’ann (Buongiorno e buon anno, una borsa di soldi per tutto l‘anno). I bambini erano felici perché in cambio ricevevano un pezzo di pane con i fichi (ol fugascin), o un mandarino, o delle caramelle di zucchero dette basin. Questo augurio, però, doveva arrivare prima del rintocco delle campane di San Martino perché si diceva che:  Quant sona ol ton le più bon (quando suonano le campane per la Messa l’augurio non è più buono).

Un’altra tradizione persa è La camane che cadeva l’ultimo giovedì di gennaio: si accendeva un grande falò all’inizio del paese per scacciare l’inverno ed accogliere la primavera e i bambini facevano uscire gli anziani con una scusa per gridare fine…finee…l’è fo’ giner, l’è scia febrer (è finito gennaio, inizia febbraio). 

Altro momento molto significativo, purtroppo ormai perso, avveniva nel mese di maggio, tutte le sere ci si radunava nelle cappelline sparse per le vie del paese per la recita del rosario, per i ragazzi era una festa perché dopo il momento di preghiera, potevano giocare nei prati, rincorrere le lucciole o saltare sui mucchi di maggengo, cosa che faceva molto arrabbiare gli adulti e per questo venivano regolarmente sgridati .

Purtroppo, si è persa anche la parte profana della festa di San Paol: l’albergo di Vestreno, la sera precedente la festa, si riempiva di gente che arrivava da tutti i paesi circostanti e si ballava e cantava fino a tarda notte. Si riprendeva la domenica con il pranzo e nel pomeriggio si ritornava a ballare.

Per la festa della Madonna di Bondo era tradizione che ogni proprietario dei terreni circostanti la chiesa pulisse la propria selve per recarsi la domenica della festa con la sua famiglia, parenti ed amici per il pranzo al sacco. Oggi, purtroppo, pochissime persone ancora lo fanno, solo alcuni amano portare avanti questa bella usanza.

Pranzo al sacco Festa di Bondo, di Bazzi Adelia

Inoltre, per la festa della Madonna di Bondo c’era il servizio Bar che poteva essere gestito ogni anno da una famiglia diversa, in quanto la “licenza” per la gestione, veniva rilasciata dal Comune al miglior offerente a seguito di un’asta pubblica.

Bianchi Marisa, Armoldi Angelo, Bazzi Fiorentino, Franco Memeo ci raccontano la tradizionale festa della Madonna di Bondo.

Crediti

La redazione dei testi qui riportati è stata curata dalla comunità di Vestreno in collaborazione con la coop. soc. Liberi Sogni Onlus. Fotografie e documenti pubblicati in questa pagina sono stati raccolti, selezionati e donati a fine divulgativo e a titolo gratuito dalla comunità di riferimento, nell’ambito del percorso partecipato che ha portato alla realizzazione della mappa di comunità. 
Le interviste agli abitanti di Vestreno sono state realizzate dalla coop. soc. Liberi Sogni Onlus.
Eventuali titolari di diritti d’autore sui materiali pubblicati, sono pregati di mettersi in contatto con la coop. soc. Liberi Sogni Onlus. Hanno partecipato al tavolo di lavoro per la creazione di questa mappa di comunità: Consuelo Buzzella, Franco Memeo, Flavio Cipelli, Marisa Raimondi e Primavera Realini.