Attraversamenti

La comunità di Bulciago ha vissuto molti movimenti migratori, soprattutto in ingresso, grazie alle importanti opportunità lavorative che le attività presenti sul territorio hanno contribuito ad alimentare nel corso degli anni. Il primo flusso significativo è avvenuto negli anni sessanta con l’arrivo di intere famiglie dalle altre regioni d’Italia centrale e meridionale, per lo più Abruzzo, Calabria e Sicilia. La popolazione autoctona si è ritrovata ad affrontare per la prima volta la convivenza con uomini e donne che avevano abitudini e stili di vita diversi dai propri, si esprimevano in un linguaggio dialettale diverso, si vestivano in maniera diversa, ma come i bulciaghesi si stavano trasformando da contadini ad operai, per poter dare un futuro migliore ai propri figli. Sono proprio le generazioni nate in quegli anni che realizzano in maniera concreta e del tutto naturale l’integrazione tra i due mondi, oltre alla quotidiana convivenza sul posto di lavoro da parte degli adulti. Lo stesso fenomeno si ripete in forma e numero più ridotto negli anni novanta con l’arrivo di albanesi e romeni, per lo più uomini, non famiglie, per cui di fatto il fenomeno ha effetti meno significativi sulla comunità. Mentre diventa significativo sempre negli stessi anni l’arrivo dall’Africa, in particolare Marocco, Guinea Bissau e Mali, di nuclei famigliari via via sempre più ampi ed interconnessi, che hanno contribuito a modellare la comunità bulciaghese multietnica del nuovo millennio.

Ci sono però stati interessanti fenomeni di migrazione anche in uscita: alcuni giovani hanno scelto paesi stranieri, in alcuni casi anche lontani, per mettersi alla prova e vivere nuove esperienze. La motivazione per lo più è legata a studio e lavoro: alcuni cosiddetti “cervelli in fuga” sono partiti proprio da Bulciago, in parte vi hanno fatto ritorno ed in parte ancora girano per il mondo o hanno trovato stabile dimora in questi luoghi. In ogni caso la contaminazione è sempre stata molto positiva dando frutti importanti in tanti settori: è entusiasmante e riempie d’orgoglio la comunità sapere che alcuni suoi figli hanno esportato “all over the world” lo spirito di intraprendenza, di sacrificio e di leale collaborazione che da sempre hanno caratterizzato la gente di questo paese.

Un esempio è Debora Fumagalli classe 79. Cresciuta coi coetanei, percorre tutte le tappe del percorso di formazione scolastica, dagli insegnamenti della severa maestra Panepinto fino alla Laurea in Medicina, ottenuta a pieni voti. E’ affascinata dal mondo dell’Oncologia, ma alla clinica da subito preferisce la ricerca. Dopo un periodo di attività presso l’IRCCS Istituto dei tumori di Milano, decide di proseguire il proprio lavoro a Pittsburgh negli Stati Uniti presso il NSABP Foundation, dove consegue il dottorato (il mitico PhD) grazie ai suoi studi sul cancro della mammella. Catapultata nella grande America e nel Gotha della medicina d’oltreoceano, si scontra anche con la gestione del quotidiano, a partire dalla lingua (l’inglese pur fluentemente parlato non è certo lo slang americano), ma anche la casa, i mezzi per gli spostamenti ecc. Tutte le difficoltà sono abbondantemente superate grazie alle proprie capacità, ma soprattutto alla consapevolezza dell’opportunità unica di potersi muovere all’interno di una comunità scientifica vivace ed autorevole, confrontarsi con grandi scienziati e da questi assorbire preziosi insegnamenti che costituiranno il suo bagaglio futuro. Chiusa la parentesi a stelle e strisce, ritorna nella vecchia Europa e decide di trasferirsi proprio a Bruxelles, dove le viene affidato un importante incarico presso il BIG (Breast International Group), il cui motto è “Big against breast cancer”. Qui prosegue i suoi studi e le sue ricerche nella lotta al “male delle donne”, che diffonde in tutto il mondo attraverso i canali canonici del mondo scientifico.
Nuovo Paese, nuova lingua (questa volta il francese). Ma non solo. Conosce Angelo da Cassino (altro cervello in fuga) e decide di piantare qui le sue (anzi le loro) radici: l’albero ha dato per il momento anche due splendidi frutti (Tommaso e Niccolò). Debora forse un giorno ritornerà in Italia, magari proprio a Bulciago. Di certo al piccolo Tommy, Bulciago piace proprio tanto. E chissà che non voglia portare un po’ d’Europa: NEXT GENERATION EU!!!

Crediti

La redazione dei testi qui riportati è stata curata dalla comunità di Bulciago in collaborazione con la coop. soc. Liberi Sogni Onlus. Fotografie e documenti pubblicati in questa pagina sono stati raccolti, selezionati e donati a fine divulgativo e a titolo gratuito dalla comunità di riferimento, nell’ambito del percorso partecipato che ha portato alla realizzazione della mappa di comunità. 
Le interviste agli abitanti di Bulciago sono state realizzate dalla coop. soc. Liberi Sogni Onlus.
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