Sono tanti i colori e gli odori caratteristici della Tremezzina in grado di risvegliare ricordi ed emozioni.
Chi vive sul lago non può che innamorarsene. Il lago parla con il suo sciabordio più o meno intermittente e con un rombo cupo quando è incattivito.
Parla con i suoi colori che variano in continuazione. Si imbroncia quando il cielo è greve di nuvole, scintilla sotto i raggi del sole, si illanguidisce al chiaror della luna piena. Il lago ti avverte che il tempo sta cambiando: la sua superficie si increspa a chiazze e il suo odore diviene più intenso. Quando l’acqua odora di pesce e alghe la pioggia è imminente. Nelle giornate di sole, l’odore di lago si mischia ai profumi delle essenze dei giardini: glicine, olea fragrans, gelsomino, calicantus.
Le foglie sparse sulla superficie a novembre emanano fragranze autunnali e sentore di muschio.
Un altro odore meno piacevole ma caratteristico è quello del letame. E’ l’odore che ha pervaso per secoli le nostre contrade specialmente in autunno, quando “se scargava l’alp” (si scendeva dall’alpe) e il bestiame ritornava dagli alpeggi in alta quota e veniva ricoverato nelle stalle di paese. Si procedeva allo spandimento del letame sui prati e sui pascoli per l’ingrassatura e intensissimo si propagava per il paese il “profumo” dello stallatico. Le stalle di solito erano unite alle abitazioni, i contadini non abitavano con il bestiame però nelle serate invernali si usava riunirsi nelle stalle per chiacchierare e stare così al caldo. I vestiti si impregnavano dell’inconfondibile “aroma” e quando un codino, nome dato in Tremezzina agli allevatori, era in avvicinamento, spesso si sentiva l’olezzo prima di avvertirne la presenza. Oggi le mucche rimaste sono allevate in stalle moderne e attrezzate, l’odore del letame è quasi un ricordo.
I colori del lago cambiano con le stagioni e con il tempo. Si passa dal blu intenso invernale che man mano si attenua fino a diventare verde a luglio con il caldo e la fioritura delle alghe. Il Tivano, vento portatore di bel tempo che spira da Nord e che cede il posto alla Breva, vento più forte, che risale il lago nel pomeriggio, increspano le acque creando tonalità e colori indescrivibili. E poi il Menaggino, vento impetuoso foriero di forti temporali e il Ventone, forte tramontana che soffia con raffiche violente dalla Val Chiavenna, creano un forte moto ondoso, il lago ribolle e diventa bianco di schiuma. E non dimentichiamo la scighera, la nebbiolina sottile che a volte avvolge il lago, offusca il paesaggio e sfuma i contorni, affascinante e malinconica. Non per niente il Lario è definito il lago più bello del mondo.
Crediti
La redazione dei testi qui riportati è stata curata dalla comunità di Tremezzina in collaborazione con la coop. soc. Liberi Sogni Onlus. Fotografie e documenti pubblicati in questa pagina sono stati raccolti, selezionati e donati a fine divulgativo e a titolo gratuito dalla comunità di riferimento, nell’ambito del percorso partecipato che ha portato alla realizzazione della mappa di comunità.
Le interviste agli abitanti di Tremezzina sono state realizzate dalla coop. soc. Liberi Sogni Onlus.
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