Tradizioni sacre e profane perse

Il rito del maiale rappresenta un esempio di tradizione profana che si è persa nel corso degli anni, così come i riti legati ai tagli dei campi (3-4 tra maggio e settembre) o la battitura del granoturco (la famiglia Pelucchi aveva una macchina apposita). Erano momenti di grande gioia e complicità tra tutti i componenti della famiglia che accompagnavano e riscaldavano i cuori anche nei giorni più grigi e freddi dell’inverno. Per girare il fieno si usava un bastone apposito (spanteghen) o il forcone a 2 denti, lo si caricava su carri trainati da asini e lo si depositava in cascina. I bambini lo schiacciavano facendo il Muragnò, una sorta di massa compatta su cui l’acqua scivolava, per poi di nuovo sparpagliarlo e farlo seccare meglio, fino a che i genitori con la forca lo prendevano per darlo alle bestie affamate.

Il rito sacro per eccellenza erano le Processioni che si svolgevano regolarmente nel mese di Maggio, in omaggio alla Madonna, ma soprattutto in 2 occasioni particolari : la festività del Corpus Domini a giugno e della Madonna Addolorata a Settembre. Il corteo che si snodava per le vie del centro paese era caratterizzato dalla netta distinzione tra uomini e donne, separati dal baldacchino portato a spalle ed ospitante rispettivamente il Sacramento dell’Eucarestia ed il simulacro della Madonna ancora oggi conservato nell’altare laterale della Chiesa Parrocchiale, cui i Bulciaghesi sono particolarmente devoti. Gli uomini da membri orgogliosi della Confraternita del Santissimo Sacramento indossavano sopra una tunica bianca la caratteristica mantellina rossa col colletto alla coreana allacciata da una fila di bottoncini schierati come soldatini in regolare marcia; le donne invece erano schierate come Figlie di Maria (congregazione cui appartenevano con passione) con una lunga veste bianca stretta in vita da una fascia azzurra (in omaggio alla Madonna) ed avvolte da un velo bianco che puntato sulle spalle cadeva immacolato come totale protezione. Tra i due gruppi però spiccava la gioiosa presenza dei bambini che per l’occasione venivano agghindati di tutto punto con il “palturel” della festa.

Crediti

La redazione dei testi qui riportati è stata curata dalla comunità di Bulciago in collaborazione con la coop. soc. Liberi Sogni Onlus. Fotografie e documenti pubblicati in questa pagina sono stati raccolti, selezionati e donati a fine divulgativo e a titolo gratuito dalla comunità di riferimento, nell’ambito del percorso partecipato che ha portato alla realizzazione della mappa di comunità. 
Le interviste agli abitanti di Bulciago sono state realizzate dalla coop. soc. Liberi Sogni Onlus.
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