La scuola

Luisella Tencalla racconta i cambiamenti nella scuola in Tremezzina attraverso gli anni, da studentessa prima a insegnante dopo

Tantissimi i ricordi intergenerazionali dei tremezzini legati alla scuola, che con nostalgia e qualche rimpianto ricordano un’istituzione molto diversa da quella attuale.

Oggi esiste l’Istituto Comprensivo della Tremezzina che raccoglie in una grande sede a Ossuccio la Scuola Primaria e la Secondaria di I grado. Le scuole dell’infanzia sono a Mezzegra, Ossuccio e Lenno (Scuola paritaria). Prima della creazione della nuova sede scolastica e dell’Istituto Comprensivo, ogni ex municipalità aveva la sua scuola elementare e dell’infanzia, mentre le medie erano a Tremezzo e Ossuccio, come sedi distaccate di Menaggio. L’istituto comprensivo è una realtà molto recente e i ragazzi ricordano con un po’ di malinconia quando le scuole elementari erano separate e quindi più piccole, soprattutto perchè gli intervalli si trascorrevano insieme e tutti si conoscevano. 

Oggi il territorio di Tremezzina offre possibilità di gite meravigliose e alla portata di tutti: non c’è bambino che abbia frequentato le scuole sul territorio che non conosca perfettamente Villa Carlotta e il Balbianello o che non abbia preso il battello almeno una volta con i suoi compagni di classe. Anche nei ricordi dei ragazzi delle medie le gite hanno sempre un ruolo di primo piano: che sia Firenze, Mantova, Roma o Costa Azzurra, la meta non conta tanto quanto l’emozione di stare una notte fuori casa insieme ai compagni! Un tempo invece le gite non erano così frequenti: si usciva solamente per partecipare a funzioni religiose o a rare iniziative, come la festa degli alberi. Negli ultimi decenni alcuni ricordano anche le lezioni di sci sul Monte Crocione seguite con entusiasmo dai ragazzi.

In tutte le sedi della Tremezzina la scuola elementare iniziava il primo ottobre, giorno di San Remigio, e i primini venivano infatti chiamati “remigini”. ll giovedì era di vacanza, e molti bambini aiutavano la famiglia partecipando ai lavori quotidiani: i figli dei pescatori uscivano in barca e quelli dei contadini salvano a monte ad accudire il bestiame o a fare fieno. Gli altri giorni al mattino si andava a lezione e al pomeriggio c’era il doposcuola, e si facevano lavori creativi e ci si preparava per le recite.

I ricordi più fervidi riguardano soprattutto le punizioni, spesso corporali. Molti rammentano insegnanti severi e inflessibili e soprattutto le terribili punizioni che davano agli alunni più indisciplinati. Erano in molti i maestri che minacciavano i propri alunni con una temutissima bacchetta che veniva chiamata “L’educatore italiano” (titolo anche di una nota rivista per insegnanti) oppure “Il Dio Bastone”. Generazioni di tremezzini tremano ancora ascoltando il ronzio di una mosca. E una ragione c’è! Una nota insegnante si aggirava fra i banchi alla ricerca di una fantomatica mosca che ronzando, la infastidiva. Ovviamente la mosca era solo un pretesto per colpire con uno schiaffone un alunno particolarmente disattento e ciarliero. Quasi quanto le punizioni erano temute, i premi invece erano attesi con entusiasmo. Una maestra tremezzina premiava sempre chi studiava e si comportava bene con dei compiti precisi: preparare il caffè alla maestra, bagnare le piante, portare gli avvisi nelle altre classi ed essere il primo ad aprire la fila. Ancora oggi c’è chi con orgoglio sottolinea l’importanza di questi gesti, motivo di grande orgoglio!

Ai tempi della Seconda Guerra Mondiale le classi in tutta la Tremezzina divennero numerosissime a causa degli sfollati che arrivavano dalle città, soprattutto da Milano. In una classe di quei tempi c’erano fino a 50 bambini. Il Sabato Fascista era per molti un grande evento: tutti i bambini si vestivano con le piccole uniformi fornite dallo Stato, che per molti significava l’unica occasione per indossare un bel paio di scarpette nuove. Fieri, orgogliosi e tirati a lucido, i bambini e le bambine sfilavano e ascoltavano per ore sotto il sole i discorsi di Mussolini e partecipavano ad attività sportive e di movimento.

Fino alla metà degli anni Settanta c’era in Tremezzina il Patronato scolastico, un ente dello Stato che forniva assistenza agli alunni delle scuole elementari (mensa, vestiario, cancelleria). C’erano poi dei benefattori locali molto amati, ad esempio la Contessina Sola per le scuole di Tremezzo o la Kent Tieghi per i figli dei suoi dipendenti: entrambi regalavano ogni anno pacchetti di dolciumi, cancelleria, giocattoli e vestiario facendo la gioia di tanti piccoli tremezzini.

Negli anni Sessanta l’abbigliamento era costituito dal grembiule nero con colletto bianco e fiocco rosa e azzurro (o di altro colore, ogni classe aveva il suo corrispondente), nato per non creare differenze e per proteggere l’abbigliamento dall’inchiostro che veniva utilizzato con il pennino intinto nel calamaio. Ogni mattina i bidelli riempivano i calamai con l’inchiostro nero. I banchi erano biposto di legno con sedile fisso fino agli anni Sessanta, quando poi sono stati sostituiti da banchi biposto con ripiano di formica verde, buco per il calamaio e sedie separate.

Il rapporto fra la chiesa e la scuola era molto stretto: all’inizio e alla fine di ogni anno scolastico tutti gli alunni di tutti i gradi scolastici partecipavano alla messa e il parroco veniva a scuola per insegnare catechismo una volta alla settimana. 

Luisella Tencalla racconta aneddoti e ricordi della scuola
Luisella Tencalla parla del Patronato scolastico in Tremezzina e dei doni che gli alunni ricevevano
Luisella Tencalla racconta la scuola in tempo di guerra

Crediti

La redazione dei testi qui riportati è stata curata dalla comunità di Tremezzina in collaborazione con la coop. soc. Liberi Sogni Onlus. Fotografie e documenti pubblicati in questa pagina sono stati raccolti, selezionati e donati a fine divulgativo e a titolo gratuito dalla comunità di riferimento, nell’ambito del percorso partecipato che ha portato alla realizzazione della mappa di comunità. 
Le interviste agli abitanti di Tremezzina sono state realizzate dalla coop. soc. Liberi Sogni Onlus.
Eventuali titolari di diritti d’autore sui materiali pubblicati, sono pregati di mettersi in contatto con la coop. soc. Liberi Sogni Onlus.