Il castano è l’albero più diffuso nei boschi di Introzzo, probabilmente perché richiedeva poche cure ed il raccolto era abbondante. Ogni famiglia possedeva più selve, cioè dei pezzi di bosco dove venivano piantati solo castani. I prati sotto gli alberi venivano tenuti puliti tutto l’anno e sul fondo dei terreni venivano posizionate delle griglie di legna intrecciata che servivano a bloccare le castagne quando i ricci in autunno cadevano a terra.
C’erano due tipi di castagne: la caravina dal frutto non molto grande, ma dolce e la vernisce, più grossa e più scura.
A fine settembre iniziava la raccolta. Gran parte veniva destinata alla vendita nei paesi del fondovalle; la restante parte veniva divisa in due: una consumata in casa fresca e un’altra veniva essiccata per l’inverno. Le castagne guaste e piccole invece venivano date agli animali. Si mettevano i frutti sulla gree, un graticcio in solaio attorno alla canna fumaria del camino. Le castagne si seccavano con il fumo, ogni quattro o cinque giorni venivano girate per farle seccare in modo uniforme e per terminare l’operazione serviva circa un mese. Il fuoco si manteneva vivo sia di giorno che di notte. Una volta pronte si mettevano nei sacchi di iuta. Il fondo del sacco doveva essere immerso in acqua calda per mantenere costante la temperatura della castagna. Venivano pestate a mano su un ceppo (scepe) battendo quattordici o quindici colpi per lato, alternando a destra e a sinistra: questa operazione serviva per pelare le castagne. Poi il sacco veniva svuotato nel val (grande cesto), scuotendolo si separava la pelle dalla castagna. Infine si passavano con il setaccio (cribbio), per dividere le castagne intere da quelle in pezzetti (friciam, macolei), che si cuocevano nella minestra. Questa lavorazione donava alle castagne secche un tipico sapore lievemente affumicato.
Crediti
La redazione dei testi qui riportati è stata curata dalla comunità di Introzzo in collaborazione con la coop. soc. Liberi Sogni Onlus. Fotografie e documenti pubblicati in questa pagina sono stati raccolti, selezionati e donati a fine divulgativo e a titolo gratuito dalla comunità di riferimento, nell’ambito del percorso partecipato che ha portato alla realizzazione della mappa di comunità.
Le interviste agli abitanti di Introzzo sono state realizzate dalla coop. soc. Liberi Sogni Onlus.
Eventuali titolari di diritti d’autore sui materiali pubblicati, sono pregati di mettersi in contatto con la coop. soc. Liberi Sogni Onlus. Hanno partecipato al tavolo di lavoro per la creazione di questa mappa di comunità: Caterina Tagliaferri, Cinzia Cantini, Emilio Buzzella, Enrica Buzzella, Flavio Cipelli, Fulvia Buzzella, Giada Faretra, Giorgia Pandiani, Luca Buzzella, Maria Teresa Buzzella e Primavera Realini.